Unione Apostolica del Clero

                            Arcidiocesi di Palermo - Circolo 712

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Agosto 01, 2013                                                                Posted by webmaster | fonte:  sito Vaticano / UPCM

CONCILIO  ECUMENICO  VATICANO  II

 

IL CONCILIO VATICANO II, è il ventunesimo concilio ecumenico (1962-1965).

Annunciato inaspettatamente da Giovanni XXIII il 25 Gennaio 1959 nella basilica di S.Paolo fuori le Mura e convocato a Roma il 25 dicembre 1961, fu aperto l'11 ottobre 1962 nella basilica si S.Pietro a Roma, alla presenza del papa e di 1540 padri conciliari (dei 1908 aventi diritto a partecipare).

Il consiglio di presidenza fu composto di 10 cardinali. Per la conduzione delle assemblee plenarie, chiamate congregazioni generali, il papa designò come moderatori 5 cardinali. Solo 17 dei 73 progetti  elaborati da 10 commissioni preparatorie di settore furono presentati in aula per la discussione. Il concilio si avvalse della consulenza di oltre 200 teologi (periti). Gli osservatori delle Chiese o delle comunità ecclesiali non cattoliche furono all'inizio 35 e alla fine 93.

Nel discorso d'apertura Giovanni XXIII indicò lo scopo principale dell'assemblea ecclesiale in un generale "aggiornamento", cioè un rinnovamento complessivo e tempestivo delle Chiesa nella dottrina e nella vita, rinunciando a pronunciare condanne. Il lavoro principale venne svolto nelle singole commissioni, ma innumerevoli proposte e richieste di riforma furono discusse nelle congregazioni generali, in totale 168. Furono indirizzati agli organi competenti del concilio solo interventi scritti. Il concilio si svolse in 4 periodi.

 I periodo (11 ottobre / 8 dicembre 1962; congregazioni generali 1-36).

Contrariamente a ciò che era stato previsto dai piani della curia, i membri delle singole commissioni furono eletti dal concilio stesso sulla base di liste proposte da singoli gruppi di vescovi. Il Segretario per l'unità dei cristiani, istituito da Giovanni XXIII nel 1960 e presieduto dal card. Agostino Bea, assunse il rango di commissione. Dopo la morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963) il suo successore Paolo VI decise la continuazione del concilio.

 II periodo (29 settembre / 4 dicembre 1963; congregazioni generali 37-79).

 Alla riapertura Paolo VI sottolineò il carattere pastorale dell'assemblea e l'importanza della discussione dell'essenza della Chiesa, in particolare del ministero episcopale. Il Consiglio di presidenza salì a 12 cardinali; 4 di loro diressero le congregazioni generali in qualità di moderatori. Per la prima volta furono ammessi 11 laici come uditori (auditores), più tardi anche alcuni parroci e alcune donne. Un'altra novità fu l'istituzione di un ufficio stampa del concilio.

 III periodo (14 settembre / 21 novembre 1964; congregazioni generali 80-127).

Vivaci dibattiti sorsero sulla Nota explicativa praevia accolta per volere del papa nella costituzione Lumen gentium sulla Chiesa, con cui veniva confermata e garantita la posizione primaziale del papa all'interno del collegio episcopale. Opinioni discordi vennero espresse su temi come la libertà religiosa e i rapporti fra Chiesa e giudaismo.

 IV periodo (14 settembre / 8 dicembre 1965; congregazioni generali 128-168).

Paolo VI annunciò l'istituzione del sinodo dei vescovi. Questioni come la regolazione delle nascite e il celibato dei preti, per ordine del papa non poterono essere discusse in aula. L'8 dicembre 1965 Paolo VI chiuse il concilio, che nel corso delle sue 4 sessioni aveva elaborato e approvato i seguenti documenti: 4 costituzioni(ChiesaliturgiarivelazioneChiesa e mondo moderno), 9 decreti (ufficio pastorale dei vescoviecumenismoChiese orientali cattolicheministero e vita dei presbiteriformazione sacerdotalevita religiosamissioneapostolato  dei laicimezzi di comunicazione e sociale) e 3 dichiarazioni (libertà religiosareligioni non cristianeeducazione cristiana).

Nell'attuazione delle decisioni conciliari, sulle quali le commissioni avevano elaborato concrete indicazioni direttive, si presentarono numerose difficoltà, che divennero occasione di discussioni teologiche sull'interpretazione di alcuni testi conciliari: particolare il caso dell'ec. arcivescovo Lefebvre, cui Paolo VI inflisse nel 1976 la punizione della sospensione. Intorno a lui si raccolse un gruppo crescente di cattolici che rimproveravano al concilio di aver tradito un patrimonio di fede tradizionale ed essenziale, rifiutando perciò l'obbedienza a certe decisioni conciliari.

 

 

Agosto 01, 2013                       Posted by webmaster | fonte:  www.upcm.it